sabato 2 luglio 2016

"Topolino e l'Italia": l'arte, le property e la pubblicità

Oggi sono andato in stazione e mi sono imbattuto in "Topolino e l'Italia", la mostra itinerante che si sposterà poi in varie città italiane. Oggetto dell'esposizione, 25 statue del Topo, identiche come base ma ognuna dipinta e personalizzata in modo diverso.

E devo dire che l'ho trovata interessante, anche se per motivi diversi da quelli che uno si aspetterebbe.

L'evento ricorda un po' la Cow Parade che, qualche anno addietro, è stata ospitata anche dalle nostre città, ma a ben guardare la similitudine è solo apparente. Se le vacche della Cow Parade venivano affidate ad artisti di vario tipo, ognuno dei quali modificava, dipingeva e sistemava la statua di partenza secondo la propria sensibilità e i propri gusti, le statue di Topolino sono dedicate ad alcuni grandi marchi italiani che le hanno personalizzate a seconda del proprio prodotto.

Qualche esempio:
Il Topo di una famosa
catena di negozi di ottica.
Il Topo di un noto
giornale sportivo
(la pessima luce non permette
di notare il colore rosa di
calzoncini e scarpe).
Il Topo di una tv privata
a pagamento.


Il Topo di un editore di libri
e giochi per bambini.
Il Topo di una celebre
acqua gasata.
Gli sponsor sono tutti indicati nel basamento di ogni singola statua. Per farla breve, la nostra delle 25 statue è in realtà una mostra di 25 cartelloni pubblicitari molto particolari.

A livello artistico, come si può immagonare, è il vuoto assoluto.

A livello sociale, però... qui le cose si complicano un pochino. Topolino, una delle property più tutelate al mondo, si fa testimonial di altri marchi privati, in un corto circuito pubblicitario talmente pacchiano da passare inosservato ed essere davvero scambiato per una mostra di opere artistiche. Dubito infatti che tutti quelli che ho visto scattare foto alle statue stessero per scrivere un pezzo come questo.

Quel volpone di Andy Warhol sarebbe orgoglioso.
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